“Abbiamo scoperto Vesta grazie all’amica Amelia Frascaroli, all’epoca Assessore al Comune di Bologna, che sapeva come ci stesse a cuore il terribile problema dei migranti minorenni” raccontano Chiara e Diego, che hanno accolto Bilal, giovane ragazzo senegalese in Italia dal 2015.
“Abbiamo così richiesto di aderire al progetto e partecipato agli incontri propedeutici di formazione che ci hanno permesso di saperne di più sulle normative dell’integrazione e sugli aspetti psicologici e culturali che avrebbe implicato accogliere in casa un giovane straniero.
Poi abbiamo iniziato a fare conoscenza con Bilal, che fino ad allora aveva abitato nella struttura SPRAR Minori non accompagnati di Valgattara, vicino a Monghidoro. La prima volta che l’abbiamo incontrato siamo rimasti insieme poche ore, che abbiamo impiegato per cucinare uno strudel in compagnia. La seconda occasione è stato con noi un weekend, in cui gli abbiamo fatto conoscere la famiglia e i nipoti.
Dopodiché, visto l’esito positivo degli incontri a cui avevano partecipato anche gli operatori di CIDAS per verificare che tutto fosse a posto, si è trasferito a casa nostra, nella stanza che avevamo preparato per lui”.
Bilal racconta la sua storia e la gioia di scoprire una città nuova anche attraverso i suoi nuovi amici italiani: “A scuola non ho mai avuto problemi e ho preso subito il diploma, anche se studiare non è proprio la mia passione. Mi sono fatto diversi amici, anche italiani, che frequento spesso a Bologna. Mi piace la gente qui, la storia della città. Vorrei davvero diventare bolognese”.
Oggi Bilal l’italiano lo parla perfettamente e proprio grazie alla rete di Chiara e Diego ha trovato lavoro come operatore e culturale presso una comunità di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, mettendo a disposizione la sua esperienza e le sue competenze.