AL VIA DUE NUOVI PERCORSI DI ACCOGLIENZA IN FAMIGLIA DI MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI

 

Nel mese di ottobre hanno avuto inizio due nuove esperienze di affido.

Facciamo i migliori auguri alle famiglie ed ai ragazzi che hanno iniziato questo viaggio e deciso di fare questo pezzettino di strada insieme condividendo le proprie vite ed i propri spazi.

Nell’occasione vi riportiamo di seguito le belle riflessioni sull’inizio dell’esperienza di affido di Ermanno e Laura, una famiglia affidataria che ha iniziato il proprio percorso con Enea ormai da diversi anni.

“Siamo tutti apprendisti in un mestiere dove non si diventa mai maestri.
Quando ripensiamo alla nostra esperienza, quando la condividiamo con chi si appresta ad iniziare un percorso simile al nostro è questa la frase che ci viene in mente. Accogliere, entrare in relazione, accompagnare, lasciare andare sono cose che non si imparano una volta per tutte.
Noi abbiamo vissuto la nostra esperienza “di pancia”: un susseguirsi di emozioni che allora non abbiamo fatto in tempo a metabolizzare e razionalizzare.
Accogliere è ricevere un regalo, non inaspettato, ma voluto e atteso.
Una storia che non è partita da zero, come ci piacerebbe che fosse, con l’arrivo di Enea: la nostra famiglia aveva una storia, Enea aveva una storia, nessuna delle due migliore dell’altra, dovevamo tutti insieme cominciare a scriverne un’altra.  Non è stato facile, ognuno di noi aveva un sogno, essere il fratello preferito, la mamma perfetta, il padre autorevole e l’ansia da prestazione ci ha fatto fare cose di cui oggi sorridiamo e anche Enea da parte sua cercava di aderire il più possibile alle nostre richieste. Noi volevamo farlo sentire subito a casa, in una casa in cui tutto è di tutti, senza un posto fisso a tavola, senza cassetti personali, senza ciabatte personali. Enea invece aveva bisogno di confini, di spazi e cose solo sue, però non diceva nulla, accettava: ma il giorno in cui abbiamo intuito qualcosa (ed erano passati già quasi due mesi) e gli abbiamo consegnato un paio di ciabatte solo sue, si è sentito veramente ascoltato, accettato nel suo essere diverso da noi, e ha iniziato a comunicare di più e noi abbiamo iniziato ad ascoltare di più.”