«Ho conosciuto il progetto Vesta, promosso dalla cooperativa Cidas e da Asp – Azienda Servizi alla persona della città di Bologna – che porta avanti diverse forme di “vicinanza solidale”; per i minorenni, oltre all’affido, c’è l’affiancamento. È una specie di affido “light” e consiste nello svolgere delle attività con un ragazzo che continua a vivere in comunità; puoi portarlo al cinema, in pizzeria, invitarlo a pranzo. Basta che garantisci continuità.
Mi è sembrata una cosa giusta; da cittadina, non da volontaria. Quando ho conosciuto Hardi viveva in comunità al Villaggio del fanciullo; ora è maggiorenne, lavora al Burger King con un contratto triennale e condivide un appartamento in affitto con altri ragazzi. Spesso mi dice: “Se fossi rimasto in Gambia, sarei morto vivo”. A Bologna si sta giocando il secondo tempo della sua vita, e se lo sta giocando bene. Viene da una famiglia numerosa, e si stupisce nel vedere gli italiani che portano a spasso i cani e non i bambini. Con mia figlia è stato subito carino, protettivo, per il compleanno le ha comprato su Amazon una Barbie nera. Si sta abituando alla cucina bolognese, anche se la trova delicata, perché è abituato a piatti piccanti. Siamo amici e lo rimarremo».